Diagnostica convenzionale

16 Maggio 2007 By Paolo Palmas
DIAGNOSTICA CONVENZIONALE DELLE ALLERGIE ALIMENTARI


Test di provocazione orale

La conferma di una allergia alimentare (già riscontrata nella vita di tutti i giorni mangiando l’alimento, oltre che con i test precedenti) va fatta con questo ulteriore esame "al buio" (cioè con alimenti mascherati, sotto forma di liquidi o "pappine"), necessario per depurare la diagnosi da qualsiasi influenza psicologica. È necessario un ricovero (o più soggiorni in day hospital) in un centro specializzato, perché i cibi possono causare reazioni a volte gravi. Alla persona allergica vengono dati, uno alla volta, gli alimenti sospetti, ma anche dei placebo, sotto forma di capsule, gocce o pappine insapori. lì test è piuttosto lungo: tra una somministrazione e l’altra devono passare sei ore. Le reazioni eventuali segnalano in modo inconfutabile la presenza di un’allergia. È indicato per coloro che hanno gravi allergie alimentari, complesse allergie, o allergia ad un alimento molto comune (come il latte).Il test eseguito con capsule a dosaggio controllato, sebbene non fornisca spiegazioni sul tipo di meccanismo immunologico in causa, è di certo quello più utile. Richiede però l’ospedalizzazione ed un attento monitoraggio del paziente per 24-48 ore.Challenge test orali/ challenge test orali consistono nella somministrazione per os dell’alimento/addittivo sospettato. Sono particolarmente utili per definire il ruolo patogenetico di una sostanza (proteina alimentare o additivo) quando gli altri test disponibili sono negativi o poco significativi oppure nel caso di polisensibilizzazioni, per stabilire che cosa è veramente causale nel determinismo dei sintomi. Test potenzialmente molto pericolosi, difficili da interpretare ed eseguire e non danno informazioni sul meccanismo patogenetico delle reazioni: sono comunque gli unici in grado di diagnosticare con certezza una allergia/intolleranza alimentare.

Prick test o test cutaneo (patch test)

È il test più utilizzato in allergologia per iniziare a dipanare la matassa delle allergie. Si esegue in un ambulatorio specializzato; il medico seleziona un certo numero di allergeni (tra pollini, acari, forfore, muffe, alimenti) tra quelli risultati sospetti all’anamnesi (cioè alla raccolta della storia medica della persona). Gli allergeni sono disponibili sotto forma di estratti fluidi o in sospensione colloidale (per il cibo si usano gocce di alimento fresco (prick by prick)). Quindi distribuisce sull’avambraccio del paziente una goccia per ogni estratto e punge la zona con una specie di pennino. In genere fa la stessa cosa anche sull’altro braccio, per controllo. Infine osserva le reazioni entro un tempo di 20′. Dopo qualche minuto, se la persona è sensibilizzata verso qualche sostanza, sulla pelle compaiono dei pomfi (rilievi tipo pizzico di zanzara), in corrispondenza dell’allergene in questione. Ed ecco il colpevole (o i colpevoli).È indicato per tutte le persone che sospettano di avere qualche allergia e non hanno mai fatto alcun esame.

Diete d’eliminazione e di reintroduzione graduale, possono essere di una certa utilità, anche se la loro esecuzione è spesso indaginosa.

Test epicutaneo per le allergie da contatto può essere utile per svelare una sensibilizzazione da contatto che possa giustificare una riacutizzazione per via alimentare di una dermatite da contatto (Nichel, Balsamo del Perù, ecc.)