Colon irritabile e trattamento

27 Luglio 2007 By Paolo Palmas
COLON IRRITABILE E TRATTAMENTO DELL’INTESTINO
Il colon irritabile è una sindrome che rientra tra i disturbi funzionali del colon, caratterizzata da disturbi dell’alvo con alternanza di periodi di stipsi e periodi di diarrea, presenza di gonfiore e tensione addominale, assenza di alterazioni di tipo organico. E’ una sindrome molto frequente, colpisce più spesso soggetti di media età e in prevalenza di sesso femminile.
Si pensa che il colon irritabile sia una sindrome con origine polifattoriale, in cui le abitudini alimentari scorrette, gli stili di vita sedentari e l’abuso di terapie farmacologiche (soprattutto antibiotici e lassativi) possano intrecciarsi nel determinare e sostenere il problema. Gli stati emotivi e le condizioni di stress ,da soli, non sembrano giustificare lo sviluppo di un’irritabilità intestinale; sicuramente invece possono aggravare un quadro già presente.
Spesso i pazienti con colon irritabile lamentano dolori addominali, solitamente non continui, che si manifestano per periodi più o meno lunghi, e che normalmente si attenuano con l’evacuazione intestinale o con la semplice emissione di gas.
Molte sindromi o malattie possono presentare un quadro sintomatologico che può simulare la presenza di colon irritabile; al fine di rendere più chiara la diagnosi differenziale, alcuni utilizzano un test diagnostico che valuta la presenza di dolore addominale nell’ultimo anno per almeno 12 settimane ( anche non consecutive). Il dolore deve avere almeno 2 delle seguenti caratteristiche:
caratteri essenziali
  • regredisce con l’evacuazione
  • insorge associato ad un cambiamento nella frequenza delle evacuazioni
  • insorge associato ad un cambiamento della consistenza delle feci
caratteri aggiuntivi
  • alterata frequenza delle evacuazioni
  • alterata consistenza delle feci
  • disturbi dell’evacuazione
  • presenza di muco nelle feci
  • gonfiore e tensione addominale
La funzionalità intestinale è uno dei principali obiettivi che la naturopatia cerca di perseguire; l’intestino svolge infatti importantissime funzioni, tra cui ricordiamo l’ assorbimento dei nutrienti, la sintesi di alcune vitamine, la neutralizzazione di molti agenti tossici, la produzione di cellule del sistema immunitario. Se l’efficienza intestinale non è adeguata, queste funzioni risultano compromesse, e possono comparire sintomi come stanchezza, facilità alle malattie da raffreddamento, intolleranze e allergie alimentari, dermatiti ricorrenti, cistiti, cefalea, che solo in apparenza possono sembrare non collegabili al malessere dell’intestino.
Le principali cause che sostengono questo squilibrio sono:
  • alimentazione non corretta, in cui errate associazioni alimentari possono ostacolare i processi digestivi dei cibi e favorire reazioni infiammatorie che conducono a fenomeni putrefattivi e fermentativi;
  • ipersensibilità alimentari. Le intolleranze sono molto frequenti in soggetti con sofferenza intestinale, possono condurre velocemente a disbiosi e provocare lesioni anche rilevanti alla mucosa intestinale; le più comuni riguardano il latte e i suoi derivati, i lieviti e gli zuccheri.
  • fattori psico-emotivi; è risaputo che cervello e apparato gastroenterico sono intimamente connessi. Ansia e stress possono modificare il ph del nostro intestino, favorendo la proliferazione di batteri dannosi.
  • Assunzione di farmaci, soprattutto antibiotici, lassativi e FANS, che interferiscono con le normali funzioni della barriera intestinale e facilitano la moltiplicazione di lieviti e miceti naturalmente presenti (come la Candida), che possono indebolire il sistema immunitario.
La presenza eccessiva di tossine può compromettere l’integrità della mucosa, che una volta lesa, permette il passaggio di sostanze tossiche dall’intestino al sangue e quindi a tutti gli organi.
La disbiosi (sostituzione della normale flora batterica con ceppi patogeni) è una delle principali cause di tossicità, perché danneggia le cellule intestinali, altera il transito del cibo provocando fermentazione e gonfiore, indebolisce la risposta immunitaria e genera metabolici tossici.
Nutrizione e trattamento naturopatico dell’intestino
Esistono una serie di indicazioni igienico-sanitarie che il paziente sofferente di colon irritabile dovrebbe seguire: mangiare lentamente, non saltare i pasti e distribuire il cibo nella giornata ad intervalli più o meno regolari (colazione, pranzo, cena), svolgere attività fisica, ridurre lo stress anche attraverso tecniche di rilassamento, bere almeno 1,5 litri di acqua preferibilmente lontano dai pasti.
La valutazione nutrizionale del paziente affetto da colon irritabile si attua con il controllo delle eventuali ipersensibilità alimentari (attraverso una dieta di recupero e non di completa esclusione) e con la drastica riduzione dei seguenti alimenti:
  • alcolici
  • bibite gassate
  • cereali integrali (soprattutto la crusca di frumento e di riso)
  • carne suina e derivati
  • carciofi cotti
  • carote cotte
  • cavoli
  • dadi da brodo (anche senza glutammato monosodico)
  • funghi
  • grassi animali e vegetali cotti
  • latte e suoi derivati
  • legumi
  • lievito di birra
  • meloni
  • minestroni e passati di verdura
  • pane fresco e prodotti da forno
  • pomodoro cotto
  • spinaci
  • zucchero bianco
In naturopatia il trattamento dell’intestino sofferente prevede una prima fase di soppressione dei microrganismi dannosi con l’utilizzo di agenti microbicidi come l’aglio o come gli olii essenziali di Thymus vulgaris, Origanum e Melaleuca (da usare con cautela per il rischio di gravi effetti da sovradosaggio); una seconda fase di allontanamento delle tossine e di pulizia intestinale, attraverso l’utilizzo di mucillagini (come lo psillio, i semi di lino, la malva silvestre) e di agenti osmotici che richiamando acqua aumentano il contenuto delle feci e favoriscono l’evacuazione ( come il cloruro e il perossido di magnesio); una terza fase di reintroduzione della flora batterica utile e di riparazione, attraverso l’uso di fermenti lattici probiotici ( con almeno 4-5 ceppi batterici diversi e con numero di batteri per capsula pari ad almeno 5-10 miliardi), di agenti prebiotici come l’inulina e i fruttoligosaccaridi, e di componenti rigenerativi come la quercetina, le vitamine B6, B12, C, E, betacarotene, e minerali come lo zinco e il selenio.
Rimedi omeopatici
La terapia omeopatica si avvale dei cosiddetti rimedi di fondo che avranno la funzione di riequilibrare l’individuo nel suo complesso. La scelta di questi rimedi deve essere il risultato di una profonda analisi da parte del medico omeopata e strettamente individualizzata.
Contemporaneamente vi sono alcuni medicinali prettamente sintomatici a tropismo gastrointestinale che possono essere di ausilio in fase acuta. Tra i più importanti ricordiamo:
  • Colocyntis, in caso di spasmi addominali crampiformi con stipsi alternata a diarrea. Vi è un miglioramento del dolore con la pressione, il calore e piegandosi in due.
  • Cuprum metallicum, in cui le coliche hanno inizio e fine bruschi e vi è tenesmo rettale. Il miglioramento è presente con calore e pressione.
  • Bryonia alba, stipsi atonica con dolore che migliora con l’immobilità.
  • Podophyllum peltatum, in caso di meteorismo con diarrea profusa di colorito chiaro e dolori che migliorano in posizione prona.
  • Chamomilla, violente coliche gassose che non migliorano con l’emissione di gas. La diarrea è verdastra e vi è un miglioramento con le applicazioni calde.
Caterina Palumbo, consulente Nutrifood