Basso indice glicemico per il controllo della fame

25 Novembre 2008 By Paolo Palmas

Il controllo del peso corporeo è da tempo diventato un’emergenza sanitaria e sociale; si stima che oggi nei paesi ad alta industrializzazione una persona su due sia in sovrappeso o francamente obesa, e il dato più inquietante riguarda la crescita esponenziale del problema tra gli adolescenti. Negli ultimi anni si è consolidata nella Letteratura scientifica internazionale l’opinione che un’alimentazione più o meno libera in carboidrati e povera in proteine, e dunque svincolata dal controllo del relativo carico glicemico, sia destinata non solo a favorire il sovrappeso, ma anche potenzialmente pericolosa per l’insorgenza di malattie a carattere cronico e degenerativo, come il diabete, il cancro e molte patologie cardiovascolari.

Dal punto di vista neuroendocrino, la colecistochinina (considerato l’ormone della sazietà) e la grelina (ormone dell’appetito) svolgono senza dubbio un ruolo opposto e significativo nella modulazione dell’assunzione di cibo. Un recente studio randomizzato pubblicato sull’ European Journal of Clinical Nutrition ha osservato l’effetto dell’assunzione di carboidrati a differente indice glicemico sulla concentrazione plasmatica di questi due ormoni. I 12 soggetti sottoposti alla valutazione hanno evidenziato un più basso livello dei valori plasmatici di glicemia ed insulinemia, fino a 10 ore dopo il consumo di pasti a basso indice glicemico. Inoltre, e questo è il dato più rimarchevole, la concentrazione plasmatica di colecistochinina (e quindi il senso di sazietà) si è mantenuta sensibilmente più elevata dopo pasti a basso indice glicemico rispetto al profilo dietetico che prevedeva il consumo di carboidrati ad indice glicemico più elevato. Questi dati suggeriscono l’ipotesi che una dieta a ridotto carico glicemico sia fondamentale, oltre che per l’attuazione di un adeguato programma di prevenzione nutrizionale, anche per la riduzione del senso della fame, facilitando così il controllo del peso corporeo.

Come già ampiamente pubblicato da Nutrifood in numerosi altri articoli, è sempre più evidente, anche a livello scientifico internazionale, l’importanza di una condotta alimentare in cui ogni pasto sia organizzato non soltanto dal punto di vista quantitativo, ma soprattutto in termini qualitativi (si pensi anche alla rilevanza della conoscenza di eventuali intolleranze alimentari). In questo caso, la scelta di carboidrati a basso indice glicemico sembra dunque favorire il raggiungimento del peso ideale.

Staff Nutrifood