7 Gennaio 2023 By Paolo Palmas

DIETA GIAPPONESE CONTRO L’ALZHEIMER

Diversi lavori scientifici hanno recentemente mostrato un’associazione diretta tra il microbiota intestinale, i metaboliti microbici e il declino cognitivo, ma pochi fino ad ora hanno supportato gli effetti della composizione alimentare su tali associazioni.

L’obiettivo di un recente studio giapponese (Nutrition. 2022 Feb;94:111524) è stato la valutazione delle relazioni tra l’aderenza ad una dieta tradizionale giapponese, il microbiota intestinale e il declino cognitivo.

La dieta giapponese è un  regime alimentare a basso impatto calorico che privilegia il consumo di alimenti freschi, riso, alghe, funghi e pesce, ma prevede anche l’assunzione di tè verde e caffè. Si ricorda che modelli alimentari come la dieta mediterranea o la dieta giapponese stanno ricevendo molta attenzione perché sembrano in grado di ridurre il rischio di demenza; i due modelli presentano molti punti in comune, come l’elevato consumo di alimenti vegetali, vivi e colorati, e pesce.

In particolare è noto come la dieta mediterranea influisca sulla composizione del microbiota intestinale e sulle concentrazioni dei metaboliti derivati, con miglioramento dei biomarcatori associati alla malattia di Alzheimer.

Analizzando i dati di 85 partecipanti allo studio (61% donne, età media 74 anni), i ricercatori hanno scoperto che rispetto a coloro che soffrivano di demenza, i soggetti sani avevano maggiori probabilità di consumare i cibi caratteristici della dieta giapponese; le differenze maggiori hanno riguardato l’inclusione nelle scelte alimentari di funghi, soia e caffè.

Pur essendo svolto su un numero esiguo di partecipanti, lo studio offre certamente indicazioni interessanti, in quanto l’aderenza ad una dieta tradizionale giapponese è risultata inversamente associata al declino cognitivo, e dall’analisi delle feci si è potuta dimostrare una minore concentrazione di metaboliti microbici intestinali.

Paolo Palmas Naturopata Nutrizionista, Resp. Nutrigroup